Oggi in Cristo

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Il frutto della luce

May 11, 2017

Questo articolo è la parte 18 di 24 nella serie Lettera agli Efesini
Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento. Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni; perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce – poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità – esaminando che cosa sia gradito al Signore.
Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto. Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce. Per questo è detto: «Risvègliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce».

(Efesini 5:3-14 – La Bibbia)
Indice generale della serie sulla lettera agli Efesini
Immagino le proteste di qualcuno, leggendo questo testo: “Vedi che alla fine tutto si riduce a seguire delle regole? Siamo alle solite, con la religione è sempre la stessa storia!”
Calma…
Quando si costruisce una casa e si arriva al tetto, prima si sono poste le fondamenta. E in questo caso le fondamenta sono state poste molto bene da Paolo e non dobbiamo dimenticarle. Infatti in precedenza abbiamo imparato da Paolo il modo in cui lo Spirito Santo trasforma le vite di coloro che ripongono la loro fede in Gesù Cristo per la loro salvezza facendo di loro degli uomini nuovi. C’è quindi qualcosa di anomalo se un uomo nuovo si comporta in maniera diversa da come si comportava prima? No, anzi è normale ed è proprio ciò che ci si aspetta.
«Risvègliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce».
In fondo questa frase, che Paolo potrebbe aver tratto da un canto cristiano del primo secolo noto ai suoi lettori, riassume molto bene l’incontro con Cristo. Infatti a cosa possiamo paragonare la conversione, la nuova nascita, se non ad una risurrezione dai morti? Quando incontriamo Cristo e il suo Spirito viene ad abitare in noi, improvvisamente ci rendiamo conto che la nostra vita assume un significato profondamente diverso, cominciamo ad avere una visione del mondo diversa, una prospettiva diversa del significato stesso dell’esistenza… in poche parole, passiamo dalle tenebre alla luce!
Paolo non poteva essere più chiaro di così! Quando la luce irrompe nella vita di una persona, non c’è più spazio per le tenebre perché la luce mette in evidenza ogni cosa e permette di vedere le cose per ciò che realmente sono.
Non sarà quindi un semplice elenco di regole che produrrà un cambiamento nella vita di una persona, ma sarà la vita stessa di Cristo in lui a mettere in evidenza ciò che piace a Dio e ciò che invece non è secondo la volontà del nostro creatore.
Allora ciò che Paolo sta chiedendo ai suoi interlocutori è assolutamente normale: dal momento che avete ricevuto la luce nella vostra vita, siete luce nel Signore, figli di luce e quindi portate il frutto della luce!
Se siete limoni dovete fare dei limoni.
Se siete noccioli, dovete fare delle nocciole.
Quindi se siamo luce, dobbiamo portare il frutto della luce.
In fondo non c’è nulla di difficile da comprendere…
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