Oggi in Cristo

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Lo chiami “Padre”? Comportati da figlio!

January 04, 2013
Podcast

Un figlio onora suo padre e un servo il suo padrone; se dunque io sono padre, dov’è l’onore che m’è dovuto? Se sono padrone, dov’è il timore che mi è dovuto?


(Malachia 1:6 – LA BIBBIA)





 Purtroppo viviamo in un’epoca in cui i figli non hanno rispetto per i propri genitori e proprio per questo motivo diventa ancora più difficile applicare il principio enunciato in questo verso al rapporto tra Dio e l’uomo.


Eppure questo verso ci pone due domande che sono valide oggi come allora. Se diciamo di credere in Dio e lo chiamiamo Padre, non dovremmo forse comportarci come figli rispettosi e ubbidienti?


Se lo chiamiamo Signore, riconoscendo quindi che Lui ha il potere e il controllo sulle nostre vite, non dovremmo forse comportarci con il timore dovuto?


Quando questo verso è stato scritto, è stato indirizzato a persone che professavano una religione vuota. Offrivano a Dio sacrifici che costituivano il loro superfluo, animali ciechi, zoppi e malati. E tenevano per sé il meglio.


Non abbiamo oggi lo stesso problema? Tanti lo chiamano “Padre” e “Signore” ma quanti offrono a Dio il meglio della loro vita?


Nel migliore dei casi si offre a Dio una preghiera frettolosa, l’avanzo del nostro tempo.

Nella stragrande maggioranza dei casi non si offre neanche quello. Ci si limita a credere che Dio eventualmente esista e che Gesù Cristo ha dato la sua vita per noi, ma questo non ha nessuna influenza sulla nostra vita. Poi,

magari, in qualche occasione particolare, la domenica o qualche giorno specifico dell’anno, si partecipa a qualche incontro religioso pensando che in questo modo si possa onorare Dio.


Il problema di vivere una religione formale non dipende dall’etichetta che ci siamo appiccicati addosso. Si può essere cattolici, protestanti o evangelici ma essere accomunati dallo stesso problema di fondo, quello di non essere nati di nuovo, ovvero non aver sperimentato una nuova vita che trasforma, risultato dell’incontro stesso con Dio.


Dio non sa cosa farsene dei nostri riti. Egli vuole avere un rapporto con noi.

Se in preghiera lo chiamiamo Padre ma nella pratica della nostra vita non ci comportiamo da figli, se lo chiamiamo Signore ma poi vogliamo essere noi a governare la nostra vita facendo ciò che vogliamo, stiamo solo prendendo in giro noi stessi.


In fondo ognuno di noi, nel suo intimo, sa come stanno le cose, aldilà di ciò che affermiamo con le parole. Dio ci chiede onore e timore e se queste cose mancano nella nostra vita, forse faremmo meglio a non illuderci di essere dei cristiani.


Forse non è il caso di continuarlo a chiamare Padre e Signore fino a che non avremo intenzione di essere davvero figli e servi.


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