Oggi in Cristo

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Serpenti velenosi

February 23, 2013


Ma vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l’ira futura?  Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento.

Non pensate di dire dentro di voi: ‘Abbiamo per padre Abraamo’; perché io vi dico che da queste pietre Dio può far sorgere dei figli ad Abraamo. Ormai la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco.

(Matteo 3:7-10 - La Bibbia)



In genere ci si dovrebbe rallegrare quando qualcuno vuole associarsi al nostro movimento, al nostro gruppo, alla nostra denominazione religiosa. Anzi, spesso gli uomini fanno a gara tra loro per portare il maggior numero possibile di persone dalla propria parte.


Ma Giovanni Battista non la pensava così.


Egli stava avendo un buon successo nel preparare la strada al Messia e un gran numero di persone si stava facendo battezzare da lui per dimostrare, con tale gesto, che confessavano i propri peccati e volevano cambiare vita per prepararsi a seguire il Messia promesso ad Israele, quando si sarebbe manifestato.


Ora, persino molte persone influenti tra il popolo, farisei e sadducei, stavano venendo a lui per farsi battezzare. Ma Giovanni, a differenza di come farebbero molti di noi, non era soddisfatto. Non gli bastava vedere il suo movimento crescere; voleva vedere un sincero ravvedimento.


Dalle parole di Giovanni comprendiamo che quei farisei e sadducei si stavano avvicinando al battesimo di Giovanni convinti di essere già a posto con Dio. Erano figli di Abramo e questo, a loro avviso,  li qualificava per il regno del Messia.


Ma Giovanni sapeva che anche loro avevano bisogno di cambiare vita e quel battesimo sarebbe solo stato un bagno nell’acqua se non fosse stato accompagnato da un sincero ravvedimento. Non bastava essere alberi, ma occorreva essere alberi che portavano frutto, per non essere tagliati e buttati nel fuoco. Occorreva non solo essere discendenti di Abramo ma anche avere la fede e il rapporto con Dio che caratterizzava  Abramo.


Non c’è veleno più pericoloso di quello di una religiosità esteriore che non è accompagnata da un cambiamento interiore. Per Giovanni, coloro che pensavano di sottrarsi all’ira di Dio con semplici atti formali erano infatti vipere, serpenti velenosi.


Oggi, ci aspettiamo qualcosa dalle persone che vogliono diventare cristiane o ci accontentiamo di vedere che vogliono essere battezzate? Cerchiamo ancora un ravvedimento, una trasformazione interiore? Predichiamo la nuova nascita? Oppure ci basta riempire le panche dei nostri locali di culto e bearci nella convinzione che siamo molto numerosi? E se le nostre panche fossero piene di serpenti velenosi?


L'articolo Serpenti velenosi di Omar Stroppiana è stato pubblicato su Oggi in Cristo.