Oggi in Cristo

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Obiettivi realistici

February 13, 2013


Così giunsi a Gerusalemme, e, trascorsi tre giorni,  mi alzai di notte, presi con me pochi uomini, e non parlai a nessuno di quello che Dio mi aveva messo in cuore di fare per Gerusalemme. Non avevo con me altra cavalcatura oltre a quella che usavo. Uscii di notte per la porta della Valle, e mi diressi verso la sorgente del Dragone e la porta del Letame, osservando le mura di Gerusalemme, quanto erano rovinate e come le sue porte erano consumate dal fuoco. Passai presso la porta della Sorgente e il serbatoio del Re, ma non c’era posto per cui potesse passare la mia cavalcatura.

Allora risalii di notte la valle, sempre osservando le mura; poi, rientrato per la porta della Valle, me ne tornai a casa.  Le autorità non sapevano né dove fossi andato né che cosa facessi. Fino a quel momento, io non avevo detto nulla né ai Giudei né ai sacerdoti né ai notabili né ai magistrati né ad alcuno di quelli che si occupavano dei lavori. Allora dissi loro: «Voi vedete in che misera condizione ci troviamo; Gerusalemme è distrutta e le sue porte son consumate dal fuoco! Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme, e non saremo più nella vergogna!» Raccontai loro come la benefica mano del mio Dio era stata su di me, e riferii le parole che il re mi aveva dette.  Quelli dissero: “Sbrighiamoci e mettiamoci a costruire!”


(Neemia 2:11-18 – LA BIBBIA)



Nella nostra vita ci troviamo spesso a prendere decisioni che possono rivelarsi fatali nel caso in cui fossimo troppo precipitosi.


Fare “il passo più lungo della gamba” è un errore che può costarci caro in tutti gli ambiti della nostra vita, nel lavoro, nella famiglia, nella chiesa.


Neemia era stato già un buon pianificatore mentre aspettava la risposta di Dio (vedi il pensiero Stai aspettando? Allora preparati! ). Ora, Neemia dimostra di avere un’altra  dote importante. Arrivato a Gerusalemme, prima di parlare con il popolo e rivelare quali erano i suoi propositi, Neemia si recò di persona a vedere le condizioni delle mura per rendersi conto esattamente del lavoro necessario per ricostruirle.


Sembra banale, ma Neemia mostrò una grande saggezza perché prima di passare all’azione volle essere sicuro della realizzabilità del progetto.


Neemia,  seppe incoraggiare il popolo perché parlò dopo aver visto con i suoi occhi ciò che si doveva fare.  Riuscì quindi a trascinare gli altri con un entusiasmo contagioso che portò tutti a seguirlo gridando: ”Sbrighiamoci e mettiamoci a costruire!”


È difficile trasmettere agli altri qualcosa di cui noi stessi non siamo sicuri e questo è vero anche in campo spirituale. Neemia riuscì a trasmettere al popolo una grande sicurezza perché lui stesso aveva sperimentato la guida di Dio dopo aver pregato per quattro mesi prima di parlare con il re, e ora aveva verificato che la cosa era fattibile.


A volte, la nostra bocca si muove troppo velocemente e non siamo poi in grado di mantenere fede a ciò che diciamo.  Rischiamo quindi di fare progetti irrealizzabili. Purtroppo è una cosa che qualche volta mi è capitata e devo ammettere che non è piacevole quando ci si rende conto di non essere in grado di finire qualcosa perché non si sono fatte le giuste valutazioni.


Da  questo brano imparo che devo essere realistico nei miei progetti per non cominciare qualcosa che poi non sono in grado di finire. Soprattutto quando mi trovo in una posizione di responsabilità, come Neemia, dovendo guidare altri, se i miei progetti non sono accompagnati dalle giuste valutazioni, rischio di trascinare anche altri verso un vicolo cieco.


Spesso,  i nostri fallimenti sono dovuti al fatto che non cerchiamo la guida di Dio nella nostra vita e poi non siamo  realistici nel fissare i nostri obiettivi.  Abbiamo bisogno di chiedere a Dio la saggezza per avere le idee chiare nella nostra vita in modo che non iniziamo mille attività per poi non portarne a compimento nemmeno una. È meglio  non cominciare qualcosa se non si è sicuri di poterla completare.


L'articolo Obiettivi realistici di Omar Stroppiana è stato pubblicato su Oggi in Cristo.